La cucina è un arte e, a mio avviso, è meglio non metterla mai da parte. Al giorno d'oggi cucinare è diventato come comporre un'opera, dipingere un quadro, scrivere un libro. Conta l'idea, conta la passione, ma anche lo spirito critico e la voglia di migliorare. Ogni piatto va creato e migliorato, affinato e perfezionato...E, duro lavoro, a me spetta l'onere di testarlo, in virtù del contributo che sono tenuta ad apportare al nuovo locale, aperto a Padova, Gourmetteria.
Ed ecco quindi un duro test: arancini di riso e carne allo zafferano con piselli e mozzarella su salsa al pomodoro
Deliziosi, soffici al punto giusto...La carne e la mozzarella di qualità si notavano e esaltavano il sapore....La salsa in accompagnamento presentata su un bicchierino, con pomodoro DOP era molto buona, molto abbondante...Complimenti allo chef!
Il sommelier ci ha fatto abbinare un vino riconosciuto per la sua perfetta sposabilità con le fritturine, di pesce e non. Ho provato il biodnamico Catavela (azienda agricola Denavolo): un bianco caratterizzato da una macerazione lenta sulle bucce. I vitigni coinvolti sono l'Ortugo e la Malvasia di Candia, che rendono il vino molto aromatico, soprattutto all'olfatto...Nonostante la freschezza ha una buona struttura: la macerazione sulle bucce rende il vino "importante", oserei dire quasi di corpo e questa caratteristica lo rende molto versatile nell'abbinamento.
Ma volete saperne un pò di più?
L'azienda agricola Denavolo nasce nel 2005, quando Giuglio Armani, dopo aver lavorato per diversi anni nell'azienda La Stoppa, decide di rilevare dei piccoli appezzamenti vitati su un versante del monte Dinavolo, in alta val Trebbia (siamo nel Piacentino). L'azienda si è sempre dedicata ai vitigni autoctoni, come l'Ortrugo, la Malvasia aromatica di Candia ed altre varietà locali.
I vini sono prodotti in modo naturale: in vigna si utilizzano solo rame e zolfo per proteggere la vite dagli attacchi rispettivamente di peronospora e oidio e in cantina non si fa uso di alcun additivo enologico.
Le fermentazioni sono affidate ai soli lieviti indigeni ed i vini riposano generalmente per qualche mese prima di essere imbottigliati, senza subire alcuna chiarifica né filtrazione. Tutte le etichette sono frutto di una macerazione sulle bucce delle uve bianche che può durare qualche giorno, fino ad un anno. Nascono così vini bianchi di una certa struttura (quasi definibili "tannici" sotto un certo punto di vista), con un carattere molto rustico, forte, quasi arrogante ma genuino al tempo stesso.